Molti si saranno posti questa domanda. A rispondere, e fornire criteri per determinare quantitativamente la ricchezza, lo hanno fatto in tanti. Ne citiamo due.
L’agenzia Deloitte che nel suo rapporto 2017 sul mercato globale dell’arte definisce «Ultra-High Net Worth Individuals» (UHNWI) le persone che possiedono un capitale investibile, al netto cioè dell’abitazione e di tutti i beni usati normalmente, superiore a 30 milioni di dollari. La stima è stata di 226.450 individui per un patrimonio di 27.100 miliardi di dollari: quasi il bilancio dello stato italiano.
Il rapporto Oxfam 2021, diffuso nel gennaio scorso, alza l’asticella e “conta” il numero dei miliardari, sempre in dollari: 2.755, un record, 660 in più rispetto al 2020. Vale a dire che rispetto al precedente, anno terribilmente condizionato dalla pandemia anche sul piano economico per la grandissima maggioranza delle persone, i ricchissimi sono aumentati, come pure hanno avuto una crescita i loro patrimoni, raggiungendo la cifra di 13.100 miliardi.
Incrociando i due dati emerge come l’1% dei più abbienti nel mondo possiedono il 50% della ricchezza dei più ricchi: una disuguaglianza nella disuguaglianza!
Di questi 724 sono statunitensi (otto dei primi dieci nella classifica lo sono), 698 sono cittadini della Cina (contando però non solo la Repubblica Popolare guidata dal PCC, ma anche Hong Kong e Macao!).