Il personaggio
In un nome una vocazione
Maria Tecla Artemisia Montessori è stata tra le primissime donne laureate in medicina nel regno d’Italia, ma dal suo terzo nome si può capire che non sarebbe potuto essere altrimenti, infatti così si chiamava una donna medico che nell’antica Grecia studiava le piante per poterne ricavare rimedi con cui curare malattie e ferite.
Il nostro testimone, però, non è stata solo un medico, una neuropsichiatra infantile, una ricercatrice nel campo, bensì, e forse soprattutto, un’educatrice, una pedagogista e anche una filosofa. Nel mondo è universalmente conosciuta per il suo metodo, che ha rivoluzionato l’immagine dell’infanzia e l’approccio educativo, fondato sul principio della «libertà dell’allievo», poiché solo la libertà favorisce lo sviluppo delle sue energie creative e la sua crescita.
Per presentare brevemente la vita di Maria Montessori utilizziamo il testo presente nel sito dell’Opera Nazionale Montessori, che ringraziamo per la disponibilità.
Una biografia
Quando Maria Montessori fondò la prima “Casa dei Bambini” nel 1907 a San Lorenzo in Roma era già nota in Italia per essere stata una delle prime donne laureate in medicina in Italia, per le sue lotte femministe (grande clamore suscitò in Europa il suo intervento al Congresso femminile di Berlino: 1896, lo stesso anno in cui si laurea) e per il suo impegno sociale e scientifico a favore dei bambini handicappati.
Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo Corso di specializzazione (1909), fu tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo: per la prima volta veniva presentata una immagine diversa e positiva del bambino, indicato il metodo più adatto al suo sviluppo spontaneo e dimostrata la sua ricca disponibilità all’apprendimento culturale, i cui possibili risultati non erano stati mai prima immaginati e verificati.
Un altro fenomeno che interessò l’opinione pubblica di tutto il mondo fu quello di poter osservare un gruppo di bambini dedito al lavoro liberamente scelto da ciascuno di essi in un clima di tranquilla collaborazione.
Questo insospettato successo determinò un profondo cambiamento nella vita di Maria Montessori che iniziò il suo pellegrinaggio scientifico in ogni parte del mondo, ove nascevano e si sviluppavano le sue scuole e dove altrettanto grande era l’esigenza di una nuova preparazione degli insegnanti.
A partire dal 1913, anno del 1° Corso Internazionale svoltosi a Roma, Maria Montessori visitò ripetutamente gli Stati Uniti, la Spagna, l’Olanda e tanti altri paesi per approdare in India ove restò molti anni anche a causa del secondo conflitto mondiale.
In Italia tornò nel 1947, dopo averla lasciata nel 1934, costretta insieme a suo figlio Mario a dimettersi dall’Opera Nazionale Montessori che ella aveva fondato nel 1924. Ciò avvenne a causa del tentativo del regime fascista di orientare l’Opera e il pensiero della sua Autrice in una direzione incompatibile con i principi ideali ed educativi di Maria Montessori, la cui immagine e i cui libri vennero dati alle fiamme prima a Berlino e poi a Vienna negli anni del dominio nazista.
Per oltre 40 anni Maria Montessori sarà presente non solo nella diffusione del metodo, ma anche nella ricerca scientifica in vista della liberazione dell’infanzia («la vera questione sociale del nostro tempo») e della difesa del bambino, l’essere fino ad oggi dimenticato e sostituito dall’adulto.
Dopo Il metodo, ora conosciuto come La scoperta del bambino, altre opere vedono la luce: Antropologia pedagogica, L’autoeducazione nelle scuole elementari, Il bambino in famiglia, Psicoaritmetica e Psicogeometria, tutte tradotte all’estero dove il metodo va intanto diffondendosi in modo sempre più vasto. Nel 1929 fu fondata l’A.M.I., l’Associazione Internazionale Montessori, nata per una esigenza di unità e identità del movimento montessoriano.
Ma nuovi interessi si dischiudono alla mente creativa di Maria Montessori, che nelle sue decennali osservazioni ha scoperto e valorizzato i “nuovi caratteri” del bambino e la sua insostituibile funzione nella conservazione e nel perfezionamento dell’umanità (“il bambino padre dell’uomo”).
Di pari passo nuove opere accompagnano il lavoro della Montessori: tra le altre Il segreto dell’infanzia, Dall’infanzia all’adolescenza, Come educare il potenziale umano, La mente del bambino.
Due nuove conquiste intellettuali e scientifiche sono il risultato di questa incessante esplorazione: la pace e l’educazione cosmica, due visioni che portano l’educazione e la pedagogia ad un livello di interpretazione della formazione umana, mai osato nel passato.
Ammirata in tutto il mondo e dai massimi esponenti del nostro secolo (Ghandi, Freud, Tagore, Marconi, Piaget, Edison, Herriot, Masaryk, Adenauer, ecc.), Maria Montessori muore a Noordwijk (Olanda) a 82 anni dalla nascita avvenuta il 1870 a Chiaravalle di Ancona.
Il commento
I contenuti del metodo montessoriano sono validi ancora oggi, anzi andrebbero rimeditati e rilanciati nel contesto attuale più di quanto non siano diventati patrimonio comune in educazione e guida delle strutture che a lei si ispirano e ne prendono il nome.
Gli elementi principali del suo pensiero sono così riassumibili: la bambina e il bambino sono esseri “completi”, la libertà è il riferimento fondamentale e la disciplina scaturisce da essa; è basilare che emerga da parte degli adulti un interesse autentico nei confronti di quanto i piccoli fanno ed essi devono avere opportunità di scegliere cosa fare assecondando il proprio istinto, che li porta a concentrarsi a fondo nelle loro azioni. È necessario che l’educatore, l’insegnante, favorisca e mantenga questa situazione tramite l’educazione al movimento, che gioca un ruolo centrale, in quanto la personalità si forma con lo svilupparsi delle facoltà psichiche e quelle motorie in parallelo.
Per questo sono importanti gli ambienti in cui i bambini sono inseriti, che devono essere realizzati “su misura”, con materiali e strumenti adeguati, che stimolino interesse e azione, in modo da poter scegliere le attività, orientando la propria volontà verso un obiettivo. Questo favorirà anche la disciplina e l’obbedienza, non per imposizione di modelli da imitare o comandi, ma seguendo regole sperimentate e fatte proprie.
Il ruolo dell’adulto diventa quindi propositivo, di orientamento nelle dinamiche di relazione, di supporto e stimolo quando la bambina e il bambino lo richiedono, e, in sostanza, di “ampliamento dello spazio di libero movimento”.
La pedagogia montessoriana
Maria Montessori elaborò il suo pensiero pedagogico partendo da una critica costruttiva della psicologia scientifica del tempo: il punto di partenza, l’oggetto dell’osservazione, non doveva essere il bambino in sé, bensì la scoperta del bambino nella sua spontaneità e autenticità. Giudicò sbagliato l’ambiente proposto ai piccoli, che era a misura di adulto, nel quale il bambino non si trovava a suo agio e non poteva agire spontaneamente.
Ella definisce il bambino come «embrione spirituale», che deve sviluppare le potenzialità presenti sia sotto il profilo mentale sia in quello biologico, cosa possibile se l’ambiente è favorevole e stimolante. Per lei i piccoli hanno una enorme capacità “assorbente” che deve essere assecondata e stimolata positivamente.
Significativo è l’inizio della sua attività, con la scelta di operare con gli “ultimi” coi i bambini in difficoltà del quartiere San Lorenzo di Roma, una “periferia” economica, sociale ed educativa e, più in generale, dedicarsi dapprima ai disabili neuropsichici, per quali desiderò migliori condizioni di vita e maggiori opportunità di assistenza ed educazione.
Una donna speciale
Maria Montessori è stata una persona dalle tante sfaccettature. Studentessa che non si è fermata di fronte alle difficoltà, educatrice rivoluzionaria, donna indipendente e “ribelle”, pacifista, viaggiatrice curiosa di conoscere. La sua personalità si rispecchia nel suo metodo, teso a preparare i bambini a essere indipendenti, liberi, pronti e preparati a vivere nel mondo.
I suoi ex bambini e bambine raccontano di una donna, una studiosa, una lavoratrice che non si è mai tirata indietro, che ha lottato e si è impegnata a fondo per realizzare quanto desiderava e sognava. Una donna di talento, forte, coraggiosa, indipendente, con una mente aperta, curiosa, intelligente, vivace, dotata di un forte senso dell’umorismo e sensibile, ma non superba, malgrado i risultati raggiunti e la fama. Un aneddoto è lo specchio di tale affermazione: durante un convegno, per non sembrare troppo preparata, portò con sé sul palco dei fogli bianchi, fingendo di aver bisogno di appunti per il suo intervento.
Maria Montessori è stata anche una persona a volte dura, rigida, che andava per la sua strada superando i condizionamenti sociali e culturali. Ebbe infatti non poche difficoltà nella sua carriera e dovette superare attacchi e difficoltà di vario genere.
Le biografie la descrivono una donna ricca di contrasti e contraddizioni: verso il mondo aveva un atteggiamento leggero e severo, pratico e teorico, direttivo e permissivo, aperto e chiuso. La sua passione per la scienza, le sue battaglie femministe, la volontà di accostarsi agli ultimi per risollevarli da un destino segnato avevano fatto di lei un personaggio scomodo, che non ha mai avuto paura di scontrarsi con paradigmi disciplinari e correnti politiche a suo avviso incapaci di sostenere il progresso sociale e realizzare un futuro migliore per tutti.
È stata anche apprezzata nella sua azione, sostenuta da alcuni grandi personaggi dell’epoca, salvo allontanarsene, come fece con Mussolini e il regime fascista, per essere coerente con i suoi valori.
Cosa ci ha lasciato
Maria Montessori resta ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per la moderna pedagogia, grazie a un’impostazione scientifica sull’educazione, un taglio interdisciplinare, una vocazione progettuale e pratica. Ha saputo integrare l’approccio ai bambini con difficoltà aprendolo a tutti, coniugare il progresso scientifico e l’attenzione alle questioni sociali.
Ha lanciato un forte messaggio di come attraverso l’educazione, la formazione, la scuola, sia possibile agire per contribuire alla crescita di persone migliori e di un contesto sociale e ambientale migliore: un mondo più giusto.
La sua esperienza ricorda che non bisogna accontentarsi dell’esistente, ma è necessario sempre guardare avanti, avere una “visione” e un percorso per concretizzarla; che le idee da sole non bastano e devono diventare progetti e azioni.
Infine è importante considerare il suo impegno per i diritti dell’infanzia, impegno che necessita ancora oggi di essere riproposto.
Certamente è necessario attualizzare il metodo in funzione della realtà in evoluzione, rispondendo alla situazione contemporanea dell’infanzia, della famiglia, della scuola e della società. Gli studi psicopedagogici devono collegarsi con le più recenti scoperte delle neuroscienze e con le innovazioni didattiche.
Una sottolineatura conclusiva va fatta sulla diffusione del metodo montessoriano. Nel mondo è adottato, come indirizzo pedagogico, in circa 60.000 istituti scolastici, prevalentemente situati nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Germania e negli USA, tra questi oltre 20.000 si basano esclusivamente su tale modello. Forse in Italia andrebbe maggiormente considerato.
Le fonti
Come è possibile immaginare la documentazione su Maria Montessori è particolarmente ampia.
Tra i testi più recenti ricordiamo Maria Montessori. Una vita per l’infanzia. Una lezione da realizzare di Valeria Rossini delle edizioni San Paolo.
Tra il materiale visivo a lei dedicato citiamo il docufilm W Maria Montessori prodotto da Sky Arte e 3D Produzioni, scritto da Emanuela Audisio che ne ha curato anche la regia insieme a Malina De Carlo, per celebrare i 150 anni dalla sua nascita (31 agosto 1870), disponibile on demand e in streaming. Un altro film è Maria Montessori – Una vita per i bambini di Gianluca Maria Tavarelli, uscito nel 2007.
La produzione di testi di Maria Montessori è sterminata, per una bibliografia ampia e dettagliata si deve rimandare sia alla Biblioteca dell’Opera Nazionale Montessori sia alla Bibliografia Internazionale 1896-2000 di e su Maria Montessori delle Edizioni Opera Nazionale Montessori.
L’Opera Nazionale riporta una bibliografia essenziale divisa in due parti, con riferimento ai suoi anni di attività: 1896-1908 e 1909-1952. La scelta del 1909 quale spartiacque nella bibliografia montessoriana è data dall’uscita del libro “storico” del nostro testimone, attraverso il quale il suo pensiero pedagogico avrà diffusione mondiale: Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, ovviamente ancora oggi disponibile in edizioni contemporanee.
È possibile anche accedere a un breve video, tratto da un cinegiornale dell’epoca, per vederla e sentire la sua voce: A colloquio con Maria Montessori. Interessante anche un altro filmato che presenta la scuola montessoriana di Roma nel 1935.
Una sintesi del metodo montessoriano
Il metodo persegue una finalità essenziale che è l’autonomia del bambino nell’utilizzare e potenziare le sue capacità, intesa come la sua capacità di muoversi nell’ambiente che lo circonda, modificandolo in funzione delle proprie esigenze. Per raggiungere tale finalità è necessario si realizzino tre condizioni, che rappresentano le basi del metodo: un ambiente a misura di bambino; la libera scelta delle attività; il materiale scientifico strutturato.
L’ambiente deve essere stimolante, sicuro, attraente e ordinato, organizzato per rispondere alle esigenze infantili proponendo strumenti per attività pratico-operative in cui i bambini possano esercitare le funzioni manuali, motorie, esplorative, logiche, creative, ludiche e sociali. La libera scelta delle attività risponde al bisogno di garantire un contesto spontaneo, in cui il bambino sceglie l’oggetto o il compito su cui concentrare la propria attenzione, sviluppando la capacità di interagire con l’ambiente, naturale e fisico, e attraverso questa interazione, di progredire nelle acquisizioni intellettuali e morali.
Il materiale scientifico è inteso come insieme di oggetti che permettono di fare ipotesi, deduzioni, correlazioni logiche, sperimentazioni, scoperte e apprendimenti, utilizzando sensorialità e intelletto. Esso rappresenta lo strumento che consente al bambino di orientarsi nel mondo, sviluppando la capacità di analisi, di astrazione, in sostanza di autoregolazione dell’apprendimento, fuori da ogni precoce scolasticismo o indebita interferenza dell’adulto.
Alcuni esempi concreti
Può essere valido accennare ad alcune indicazioni pratiche, riferibili al metodo Montessori, che possono essere utili nel rapporto con i bambini. Il punto fondamentale è l’educazione all’indipendenza, in base alla quale i genitori, e gli altri adulti, devono permettere loro di imparare da soli a camminare, correre, lavarsi e mangiare. Si tratta di non ostacolare le azioni del bambino in base a criteri di età (troppo piccolo o troppo grande); dimostrargli fiducia e lasciarlo fare; abituarlo alla precisione, coinvolgerlo in lavoretti domestici, come apparecchiare o mettere in ordine i giochi, sfruttando la sua voglia di collaborare; educarlo al contatto con la natura, perché proprio in mezzo a essa il bambino attiva energie e curiosità inaspettate, lasciarlo camminare da solo perché possa scoprirla autonomamente, sempre presenti e pronti per eventuali domande o problemi.
Le parole della testimone
Come tradizione concludiamo presentando alcune citazioni della stessa Maria Montessori.
«Un giorno entrai in una stanza dove sentivo urlare delle infermiere. Mi trovai di fronte una ventina di bambini, tra i sei ed i dodici anni, sporchi, qualcuno immerso in pozze di pipì, altri sdraiati a terra con le mani sopra le orecchie come per non sentire. Uno in particolare era raggomitolato su se stesso e singhiozzava senza lacrime. L’infermiera gli urlava di smetterla con una voce stridula e seccata. Andai da lui e cercai di prendere le sua mani. Ma era avvinghiato su se stesso, rigido a tal punto che a toccarlo sembrava un blocco di marmo. Mi misi accanto a lui in ginocchio, lo carezzai a lungo. A un certo punto il bambino si sciolse piano piano e, senza guardarmi in viso, mi si gettò letteralmente addosso; tanto che caddi, mentre lui continuava a stringermi, ad abbracciarmi con la stessa rigidità con la quale se ne stava raggomitolato su se stesso. Le infermiere tentarono di sollevarlo, ma lo fecero con così poca grazia che dissi loro in malo modo di andarsene; me la sarei cavata da sola. Dopo un po’ il ragazzino si staccò da me, lentamente; piano piano sentii i suoi muscoli rilassarsi, allentarsi fino alla normalità. Lo abbracciai e lo carezzai ancora, in silenzio, e poco dopo, di colpo, mi si addormentò in grembo”».
«Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.»
«La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio, non lo sta educando, lo tratta come un fantoccio. Insegnare a mangiare, a lavarsi, a vestirsi è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo e vestirlo.»
«Quando la mano si perfeziona in un lavoro scelto spontaneamente, e nasce la volontà di riuscire, di superare un ostacolo, la coscienza si arricchisce di qualcosa di ben diverso da una semplice cognizione: è la coscienza del proprio valore.»
«Il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire: i bambini stanno lavorando come se io non esistessi.»
«La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice.»
«Il bambino è una sorgente d’amore; quando lo si tocca, si tocca l’amore.»
«Per insegnare bisogna emozionare.»
«I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi.»
«Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo.»
«Il gioco è il lavoro del bambino.»
«Tutto quanto è aiuto inutile, è impedimento allo sviluppo delle forze naturali.»
«Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità.»
«Più dell’elettricità, che fa luce nelle tenebre, più delle onde eteree, che permettono alla nostra voce di attraversare lo spazio, più di qualunque energia che l’uomo abbia scoperto e sfruttato, conta l’amore: di tutte le cose esso è la più importante.»
«Se si è imparato ad imparare allora si è fatti per imparare.»
«Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.»
«Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino.»
«Molto si è parlato in questi ultimi tempi dei diritti dell’uomo, e specialmente dei diritti del lavoratore, ma è giunto il momento di parlare dei diritti sociali del bambino.»
«Quando perciò parliamo di “libertà” del piccolo bambino non intendiamo di considerare le azioni esterne disordinate che i bambini abbandonati a sé stessi compirebbero come sfogo di un’attività senza scopo, ma diamo la parola in senso profondo di liberazione della sua vita da ostacoli che ne impediscono il normale sviluppo.»
«Nel nostro tempo e nell’ambiente civile della nostra società, i bambini vivono molto lontani dalla natura ed hanno poche occasioni di entrare in intimo contatto con essa o di averne diretta esperienza.»
«L’adulto deve farsi umile e imparare dal bambino a essere grande.»
«Il silenzio acuisce le nostre sensibilità. Stando in silenzio non solo possiamo ascoltare con maggiore attenzione la parola dell’altro, e quindi “incontrarlo”, ma riusciamo a cogliere profondamente la realtà che ci circonda. E’ importante allora permettere al bambino di vivere anche questa dimensione, preservando sempre nei suoi confronti una relazione di accoglienza e supporto.»
«Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.» (Epitaffio sulla tomba di Maria Montessori)