25 novembre: la violenza contro le donne è affare di tutti

Il fatto

Il 25 novembre di ogni anno è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 come occasione di sensibilizzazione al grave problema, inaugurando i “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani del 10 dicembre. Tante sono le iniziative organizzate in un vasto numero di paesi.

In molte nazioni, tra le quali l’Italia, il colore che caratterizza la ricorrenza è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe femminili di quel colore.

Nel mondo

Quanto grave sia la questione lo dimostrano i dati. Secondo Amnesty International la violenza contro le donne è una delle forme più gravi e diffuse di violazione dei diritti umani e le statistiche dell’UNIFEM, il Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne, denunciano come nel mondo una donna su tre subisce forme di violenza fisica, sessuale o psichica per il solo fatto di essere di sesso femminile. Secondo uno studio dell’OMS e della Banca Mondiale, la violenza domestica è la causa principale di morte o di lesioni gravi per le donne tra 16 e 44 anni: più importante del cancro, della malaria o degli incidenti stradali.

Le statistiche sulla violenza all’interno della coppia variano sensibilmente da un paese all’altro: secondo l’ONU, il 30% delle donne britanniche ha subito abusi dai coniugi o ex-coniugi; in Giordania occidentale, la percentuale arriva al 52%, in Nicaragua al 28%, in Bangladesh al 47%, in Canada al 29%, nel Sud e il Sud-Est dell’Anatolia (Turchia) al 58%, in Australia al 23% e in Cambogia al 16%.

I dati dell’ONU in merito ai femminicidi stimano che nel mondo ogni giorno vengano uccise 137 donne: una ogni dieci minuti.

In Italia

L’Istat mostra per il nostro Paese una situazione drammatica.

«Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) dal partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenzesessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come schiaffi, calci, pugni e morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti)».

Il 26 ottobre del 2021 si è registrato il centesimo femminicidio in Italia: vale a dire uno ogni 72 ore.

Le conseguenze della pandemia

Le notizie che arrivano di un aggravamento della situazione purtroppo rispondono alla realtà dei dati. Secondo l’ONU dalla diffusione del Covid-19 la violenza sulle donne è aumentata mediamente nel mondo del 20%: è cresciuta la rabbia degli uomini e l’insicurezza ha provocato un incremento della loro vulnerabilità.

In Italia dall’agosto 2020 al luglio 2021 le chiamate al numero antiviolenza sono salite addirittura del 120% e nel 77% dei casi le donne hanno dichiarato di aver subito violenze in casa.

Il commento

Persona e diritti violati

L’articolo 3 della nostra Costituzione recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Si tratta di uno dei più belli e significativi passi della Carta, e si collega alla giornata del 25 novembre fornendo spunti importanti.

La violenza contro le donne è una gravissima violazione della dignità della persona e dei diritti umani. È estremamente importante porre insieme i due aspetti: ricordare solo i diritti corre il rischio di far dimenticare che vittima di ogni situazione violenta è una donna.

È poi un elemento fortemente caratterizzante le disuguaglianze: subire prepotenze significa essere considerate inferiori.

Cambiare cultura, educare, potenziare le strutture

La diffusione del fenomeno è preoccupante e non sembra fornire elementi di ottimismo. Va affrontato quindi con sempre più decisa determinazione.

Gli aspetti sui quali agire sono culturali, educativi, strutturali.

Sotto il profilo culturale molto dovrebbe cambiare. Il corpo delle donne continua a essere proposto come oggetto. Troppele discriminazioni tra uomini e donne, troppa ancora la differenza di ruoli, sul lavoro, in famiglia, nello sport, nella vita sociale. Qualche esempio. Gli stipendi sono ancora fortemente condizionati da questo fattore: gli uomini guadagnano mediamente di più. Sempre poche le donne con grandi responsabilità: in politica, nei ruoli dirigenziali. Lontana la parità negli impegni domestici e nella cura dei figli.

I social sono un veicolo di messaggi pessimi, di insulti sessisti alle donne, di divulgazione di una cultura dell’aggressionee dell’intolleranza.

Un fattore di estrema importanza è rompere il muro di omertà che troppo spesso nasconde le violenze e ha come uno degli effetti le tante donne che non le denunciano e preferiscono soffrire in silenzio e rischiare la vita.

Molto potrebbero incidere le agenzie educative, a partire dalla scuola. Nel decalogo stilato da UN Women si sottolinea l’importanza dell’educazione delle generazioni future, nel modo di vedere i diritti umani, sfidando e contestando i ruoli precostituiti, ponendo in risalto e criticando gli stereotipi che i giovani incontrano costantemente, incoraggiando unacultura dell’accettazione e dell’accoglienza. Si deve crescere con un atteggiamento di rispetto, riconoscendo il valorespeciale di ciascuna persona.

Sotto il profilo strutturale in generale nel nostro Paese vi è una significativa carenza di fondi e problemi burocratici. Le risorse destinate sono insufficienti e le poche stanziate si scontrano con questioni di tipo amministrativo: sulla base di una documentata denuncia di ActionAid Italia sembra che due euro su tre destinati alle attività di assistenza alle donne colpite dalla violenza maschile siano bloccate dalla burocrazia.

Un ulteriore elemento pare essere la lentezza con la quale si attivano i percorsi di supporto e protezione da parte dello Stato dopo le denunce: probabilmente una maggiore sensibilizzazione e preparazione delle strutture preposte, insieme aprocedure chiare e rapide potrebbero modificare in meglio la situazione.

La giornata del 25 novembre dovrebbe sollecitare chi ci governa a scegliere da che parte stare coi fatti, con politiche erisorse cioè, e non solo con le parole da pronunciare nelle ricorrenze.

Strutture, strumenti e associazioni attivi sul tema devono essere al centro di un forte impegno per il diritto alla sicurezza e all’aiuto.

Lo Stato dovrebbe potenziare la legislazione relativa al grave problema e ai suoi effetti. Ad esempio non esiste una normache tuteli e assista i figli delle vittime di femminicidio: sarebbe necessario un programma per gestire tali situazioni, anche sul piano economico.

Quali aiuti

Tra tanti problemi e tante contraddizioni sono presenti dei servizi ai quali è possibile rivolgersi. Il Numero Rosa Anti-Violenza e Anti-Stalking 1522, gratuito, che fornisce assistenza e supporto tutti i giorni 24 ore su 24, insieme all’omonima app 1522.

La polizia di Stato ha anch’essa un’applicazione, AppYouPol, il cui utilizzo è stato esteso anche ai reati di violenza domestica, oltre alla segnalazione di episodi di spaccio e bullismo.

Sono presenti su tutto il territorio nazionale Centri Anti-Violenza ai quali rivolgersi per consulenza e supporto.

In caso di cure mediche è importante rivolgersi a un pronto soccorso ospedaliero o, più rapidamente, a una farmacia, nel caso non si sia in grado di recarsi o contattare un centro antiviolenza o un ospedale.

In ogni caso è sempre disponibile anche il 112, numero di emergenza, in caso di minacce o aggressione, necessità di fuga, grave pericolo come l’utilizzo di armi da parte del violento.

Infine sarebbe essenziale che chiunque sia a conoscenza di situazioni di violenza non girasse la testa e si chiedesse in che modo potrebbe essere di aiuto: la rete degli affetti può essere un fattore importantissimo.

Le fonti

Nei giorni attorno al 25 novembre di ogni anno i media affrontano il tema e sono proposti dati, informazioni e riflessioni.

Come sopra citato ActionAid ha diffuso un rapporto intitolato Cronache di un’occasione mancata. Il sistema antiviolenzaitaliano nell’era della ripartenza, contenente una ricca serie di dati e riflessioni su di esso.

Come ricordato in apertura della pagina, l’importante ricorrenza del 25 novembre è stata istituita dall’assemblea generale dell’ONU il 17 dicembre del 1999. UN Women ha un sito dedicato a un ampio ventaglio di temi.

La storia

Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa) per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, al quale si opponevano. Le donne, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate da agenti del Servizio di informazione militare, condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze, stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Il regime in tal modo scelse di eliminare tre donne considerate una minaccia politica per il coraggio col quale lo contrastavano.

Oltre 20 anni dopo, nel 1981, il primo incontro femminista latino-americano e caraibico svoltosi in Colombia a Bogotà, decise di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, proprio in memoria delle sorelle Mirabal.

Nel 1991 il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani.

Nel 1993 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione per l’eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane. Nel sito dell’Università di Padova è presente una pagina che contiene la traduzione della dichiarazione

La risoluzione dell’ONU del 1999

Sei anni dopo la stessa Assemblea Generale approvò la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, istituendo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nel testo si precisa che per violenza contro le donne si intende «qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata». Tale violenza è ritenuta una manifestazione delle «relazioni di potere storicamente ineguali» fra i sessi, uno dei «meccanismi sociali cruciali» di dominio e discriminazione con cui le donne vengono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini per impedirne il loro avanzamento.

Il testo richiama quanto deliberato nella terza e nella quarta Conferenza mondiale sulle donne, svoltesi nel 1985 e nel 1995, con la partecipazione dei rappresentanti di 140 nazioni. La risoluzione inserisce il tema nella più ampia questione dei diritti umani, sottolineando come la violenza contro le donne sia un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace, e si renda necessaria l’adozione di misure volte a prevenire ed eliminare tutte le forme di discriminazione, specie per le donne maggiormente vulnerabili (appartenenti a gruppi minoritari e indigeni, rifugiate, migranti, che vivono in comunità rurali o remote, indigenti, anziane, con disabilità, e che si trovano in situazioni di conflitto armato).

Le scarpe rosse

Soprattutto in Italia, come già ricordato, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse, “abbandonate” in tanti luoghi e tante piazze per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il simbolo è stato ideato nel 2012 dall’artista messicana Elina Chauvet con l’opera Zapatos Rojas, ed è così diventato uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi. L’installazione è apparsa per la prima volta davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare le centinaia di donne uccise nella città messicana di Juarez.

Alcune delle più belle e particolari frasi contro la violenza sulle donne

«Per tutte le violenze consumate su di Lei,

per tutte le umiliazioni che ha subito,

per il suo corpo che avete sfruttato,

per la sua intelligenza che avete calpestato,

per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,

per la libertà che le avete negato,

per la bocca che le avete tappato,

per le ali che le avete tagliato,

per tutto questo:

in piedi, Signori, davanti ad una Donna.»

(William Shakespeare)

«Siamo state amate e odiate,

adorate e rinnegate,

baciate e uccise,

solo perché donne.»

(Alda Merini)

«La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fin tanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace.» (Kofi Annan)

«Chiamare la donna il sesso debole è una calunnia; è un’ingiustizia dell’uomo nei confronti della donna. Se per forza s’intende la forza bruta, allora sì, la donna è meno brutale dell’uomo. Se per forza s’intende la forza morale, allora la donna è infinitamente superiore all’uomo. Non ha maggiore intuizione, maggiore abnegazione, maggior forza di sopportazione, maggior coraggio? Senza di lei l’uomo non potrebbe essere. Se la non violenza è la legge della nostra esistenza, il futuro è con la donna. Chi può fare appello al cuore più efficacemente della donna?» (Mahatma Gandhi)

«Una donna intelligente ha milioni di nemici: tutti gli uomini stupidi.» (Marie Von Ebner Eschenbach)

«Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne.» (Maya Angelou)

«Se qualcuno ti mette le mani addosso, assicurati che non metta mai più le mani addosso a nessun altro.» (Malcom X)

«La donna uscì dalla costola dell’uomo; non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.» (Matthew Henry)

«Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano.» (Margaret Atwood)

«I diritti delle donne sono i doveri degli uomini.» (Karl Krauss)

«Una donna dovrebbe essere due cose: chi e cosa vuole.» (Coco Chanel)

«C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé… Io credo di aver già scelto… Mi sono salvata da sola.» (Marilyn Monroe)

«Ricapitoliamo un momento i vari fattori che contribuiscono a determinare uno stupro e il loro peso in percentuale:minigonna: 0%, alcool: 0%, orario e luogo: 0%, era da sola/in compagnia: 0%, comportamenti della vittima: 0%, lo stupratore: 100%.» (Cecilia Strada)

«La non violenza conduce all’etica più alta, che è l’obiettivo di tutta l’evoluzione. Fino a che non smetteremo di fare del male agli altri esseri viventi, saremo sempre dei selvaggi. (Thomas Edison)

Femminismo non è una parola oscena. Penso soltanto che le donne appartengano alla popolazione umana con gli stessi diritti di chiunque altro.» (Cyndi Lauper)

«Ogni donna merita un uomo che le rovini il rossetto, non il mascara.» (Marilyn Monroe)

«La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.» (Benedetto Croce)

«Le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite.» (Oscar Wilde)

«Finché ci sarà una sola donna minacciata in quanto donna, noi non avremo pace.» (Lidia Ravera)

«La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone.» (Papa Giovanni Paolo II)

«È tempo che le donne contrastino la vergognosa incompetenza in cui l’ignoranza, l’orgoglio e l’ingiustizia maschili le ha per così lungo tempo tenute prigioniere.» (Théroigne de Méricourt)

«Preferisco essere una ribelle, che una schiava.» (Emmeline Pankhurst)

«Non sono un uccello; e non c’è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà.»(Charlotte Brontë)

«Le donne che non hanno paura degli uomini li spaventano.» (Simone De Beauvoir)

«La violenza domestica provoca molto più dolore dei segni visibili di lividi e cicatrici. È devastante subire abusi da qualcuno che ami e pensi che ti ricambi.» (Dianne Feinstein)

«Tutta la violenza, tutto ciò che è tetro e ripugnante, non è potere, ma assenza di potere.» (Ralph Waldo Emerson)

«La violenza contro le donne è una spaventosa violazione dei diritti umani. Ma non è inevitabile. Possiamo porre fine a tutto questo.» (Nicole Kidman)

«Un’ingiustizia commessa in un solo luogo è una minaccia per la giustizia in ogni luogo.» (Martin Luther King Jr.)

«Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.» (Elie Wiesel)