Nelle grandi epopee storiche e nei loro fatti si dimenticano sempre i personaggi secondari e le vittime.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin può essere l’occasione per considerare il terribile evento anche da questo punto di vista.
Sarebbe importante sapere, ad esempio, cosa pensano un’operaia o un contadino russi della gravissima scelta operata da coloro che li governano, se hanno subito la propaganda offerta dai mezzi d’informazione russi oppure continuano a pensare con la loro testa e non sono per nulla d’accordo con i loro vertici. Una qualche forma di protesta è avvenuta, ma il regime autoritario di Mosca non solo attua una forte campagna di repressione interna, ma utilizza la propaganda nazionalista per giustificare l’ingiustificabile.
Dall’altro versante possiamo provare le emozioni e la paura dei tanti che stanno fuggendo dalle città ucraine o, in generale, il timore della popolazione del grande paese europeo delle conseguenze dell’aggressione.
La guerra in Europa è un evento nuovo e terribile, riporta alla memoria un tempo che forse non avremmo più pensato di rivivere. L’invasione russa cambia radicalmente lo scenario delle relazioni internazionali e tenta di ridiscutere l’ordine geopolitico mondiale attraverso l’utilizzo della violenza fisica e mediante la minaccia (nemmeno velata) di una Terza Guerra Mondiale nucleare.
Tutto ciò si deve unire, senza mai dimenticare, alla trentina e più di conflitti sparsi nel mondo.
Prendiamo posizione e continuiamo a protestare perché l’operazione militare russa è una palese violazione del diritto internazionale e apre uno scenario per un ulteriore crisi umanitaria, oltre che politica. La guerra va sempre condannata perché spezza le vite degli innocenti, ci rende disumani e tira sempre fuori il peggio dagli uomini. Mai il meglio!