Con l’arrivo dell’autunno, anzi qualche giorno prima, il 15 settembre, sono entrate in vigore le misure antismog ed emerge nuovamente il problema dell’inquinamento.
Alcuni mesi fa è stato pubblicato il primo Trattato di medicina d’ambiente, che affronta la questione con una modalità multidisciplinare, coinvolgendo esperti di chimica, medicina, urbanistica, mobilità urbana e giurisprudenza provenienti da numerose università italiane e straniere.
Scopo del lavoro è esplorare cause e responsabilità del dissesto ambientale di aria, suolo, acque, nonché di proporre misure di prevenzione e risoluzione per le politiche pubbliche. Infatti, in assenza di efficaci misure di prevenzione su salute, trasporti, programmazione delle città, nei prossimi decenni pagheremo un prezzo molto alto.
L’ampio studio pone in risalto elementi anche in parte nuovi, come la constatazione che l’inquinamento atmosferico più grave riguarda i piccoli centri e non solo le metropoli, oppure fa emergere le problematiche domestiche e non solo quelle del contesto più ampio. Vi sono inquinanti, che nessuno sospetterebbe tali, presenti quotidianamente nelle case, come gli ftalati, additivi presenti nelle materie plastiche, in grado di produrre danni clinici significativi.
Il trattato non rivolge solo agli studiosi delle materie coinvolte, ma in particolare a chi ha responsabilità di governo, a tutti i livelli, e alle imprese. Ai primi perché pongano davvero al centro dell’agenda politica le problematiche ambientali con misure efficaci e lungimiranti, alle secondo perché facciano la loro parte eliminando le componenti e le sostanze nocive.
Un ruolo importante possiamo giocarlo come cittadini, informandoci e premiando politiche che vanno nella giusta direzione e prodotti rispettosi dell’ambiente e della salute.