Enrico Medi: la scienza come servizio

Ci sono personaggi praticamente sconosciuti, pur nella loro grandezza e importanza. È il caso di Enrico Medi, il cui nome non rimanda a nulla. Salvo, forse, ai meno giovani: a quelli che nella notte del 21 luglio 1969 lo ascoltarono, come esperto, commentare alla televisione lo sbarco sulla Luna.

Ma, a cercare, la sua figura risulta estremamente interessante: scienziato, deputato, consulente tecnico in delicate questioni, dirigente di partito e di associazioni cattoliche. Una persona sempre ispirata dalla fede e per questo riconosciuto “servo di Dio”. Fu un credente e un uomo di scienza assai stimato, che mise a disposizione la sua mente e il suo cuore per il progresso dell’umanità.

Ecco una sua biografia tratta dal sito che porta il suo nome.

La vita

Enrico Medi nasce a Porto Recanati da Arturo e Maria Luisa Mei, originari di Belvedere Ostrense il 26 aprile del 1911.

Dal 1914, e negli anni seguenti, trascorre la sua infanzia a Belvedere Ostrense con la famiglia e i nonni, e qui frequenta la scuola elementare.

Di fondamentale importanza è l’educazione cristiana che riceve dai nonni e dai genitori. Il suo incontro con l’Eucarestia, fortemente desiderato, avviene il 20 ottobre 1920 nella cappellina privata della casa di Belvedere Ostrense: qui riceve la Prima Comunione da Don Mancinelli.

Nel 1920, per motivi di lavoro, la famiglia si trasferisce a Roma, dove Enrico frequenta prima il collegio di Santa Maria dei Padri Marianisti e in seguito il liceo classico “Istituto Massimo dei Gesuiti”, dove si diploma e diviene il primo presidente della “Lega Missionaria Studenti”, da lui fondata insieme a Gabrio Lombardi.

Precoce e brillante negli studi, all’età di 16 anni inizia la sua carriera universitaria e nel 1932 consegue la laurea – a soli 21 anni – in Fisica, con Enrico Fermi, presentando un lavoro di tesi sul neutrone. In seguito diviene assistente del Prof. Lo Surdo sino al 1937, anno in cui consegue la libera docenza in fisica terrestre.

Dopo qualche anno, e precisamente nel 1942, vince la cattedra di fisica sperimentale dell’Università di Palermo. Tra i suoi lavori si ricordano le prime esperienze con il radar e l’ipotesi di fasce ionizzanti nell’alta atmosfera, oggi note come fasce di Van Allen, entrambi stroncati dal regime fascista e in seguito confermati da studiosi stranieri.

La sua carriera si ferma temporaneamente durante la seconda guerra mondiale poiché, per motivi di sicurezza, nel 1943 torna a Belvedere dove si adopera per alleviare le sofferenze causate dalla guerra alla popolazione. Singolare è l’episodio di due uomini che stanno per essere fucilati: saputene, senza pensarci due volte, animato da coraggio e pieno di fervore cristiano, si reca al comando di Jesi e offre la propria vita in cambio di quella dei condannati, che, infine, vengono risparmiati.

Al termine del conflitto, nel 1946, è eletto dall’Assemblea Costituente per la DC e nel 1948 confermato Deputato al Parlamento per la prima legislatura della Repubblica Italiana.

Nello stesso anno consegue la laurea in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana.

Tornato a Palermo, avvia il “Censimento della sofferenza”, per conoscere direttamente, recandosi nelle case dei più umili, la vera condizione dei poveri. Riguardo alla situazione terribile dei bambini mutilati di guerra e degli orfani, interviene in Parlamento per richiamare l’attenzione dei colleghi parlamentari al dovere della democrazia, rilevando la necessità di dover “risollevare” un popolo sia dal punto di vista morale, sia fisico.

Nel 1949 Diventa Presidente dell’istituto Nazionale di Geofisica e realizza una rete di Osservatori Geofisici in tutta Italia.

Nel 1952 è chiamato alla Cattedra di Fisica Terrestre all’Università di Roma.

Nel 1953 rinuncia alla carriera politica per dedicarsi interamente alla scienza e all’apostolato. Egli, infatti, oltre ad essere un genio della scienza, aveva spiccate doti di scrittore e di oratore che, con slanci mistici, sentimenti di poeta e con l’entusiasmo dell’apostolo, attirava folle di ascoltatori e seguaci. In questi anni intuito il valore divulgativo della televisione per la scienza, inizia presso la RAI-TV corsi di fisica sperimentale che risultano molto seguiti. Conduce anche uno dei primi programmi televisivi di divulgazione scientifica, “Le avventure della scienza”.

Nel 1958 è nominato Vice Presidente dell’EURATOM (The European Atomic Energy Community) e, negli stessi anni, organizza centri per la ricerca scientifica nei sei Paesi della Comunità, tra i quali ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Sotto la sua direzione viene varata e applicata nella Comunità la legge per la protezione delle radiazioni nucleari ma, nel 1965, si dimette dall’incarico per gravi motivi di coscienza.

Nel 1966 Costituisce la COMING, società di progettazione industriale.

È nominato dalla Santa Sede “membro della Consulta dei Laici per lo Stato della Città del Vaticano” e il 20 luglio 1969 commenta e partecipa alla diretta dello sbarco sulla Luna da Roma, insieme a Tito Stagno, Andrea Barbato e Piero Forcella.

Entra a far parte del comitato promotore del referendum abrogativo della legge che, nel 1970, accetta il divorzio in Italia.

Richiamato alla politica da papa Montini, con il quale aveva già collaborato per la FUCI, nel 1971 giunge all’apice della sua carriera, risultando primo degli eletti al Consiglio Comunale di Roma, con 75.000 voti.

Tuttavia rinuncia all’incarico a causa di compromessi che – da cattolico – non avrebbe potuto accettare.

Nel 1972 è eletto Deputato al Parlamento con largo suffragio.

Il 26 maggio 1974, dopo una lunga malattia, muore a Roma e viene sepolto nella tomba di famiglia a Belvedere Ostrense.

Il commento

L’esistenza di Enrico Medi è stata ricca, piena di iniziative e di impegni, ma le sue numerose attività possiedono un filo conduttore: la sua unità interiore, frutto della sua spiritualità e della sua antropologia. Tale interiorità si è manifestata nel suo sguardo profetico sul mondo e sulla storia, sempre guidato dalla presenza di Dio e vicino all’umanità.

Lo scienziato

La scienza fu il suo interesse professionale, il suo studio; la amava e desiderava farla amare, conoscere e renderla simpatica a tutti. È stato, diremmo oggi, un grande divulgatore, un esperto e un professore che sapeva farsi comprendere anche dai bambini, in particolare sui temi allora di grande attualità come l’esplorazione dello spazio e l’energia atomica. La sua passione per la comunicazione lo portò a ideare e condurre uno dei primi programmi televisivi dedicati alla scienza, dal titolo Le avventure della scienza.

Fu un eminente fisico, dedito anche alla ricerca: sua la prima tesi sul neutrone; le iniziali esperienze sul radar, sottovalutate dall’ignoranza delle autorità pubbliche del tempo; le ricerche sul campo magnetico terrestre, le cui intuizioni furono confermate anni dopo dalla NASA con la scoperta delle fasce di Van Allen.

Non fu sono un teorico, ma la passione per la scienza lo condusse ad assumere anche incarichi di responsabilità, come la presidenza dell’Istituto Nazionale di Geofisica, con la realizzazione di una rete di osservatori sparsi nel mondo, e la vicepresidenza dell’EURATOM, la comunità europea dell’energia atomica, con l’organizzazione di alcuni centri per la ricerca scientifica nei paesi aderenti e facendo approvare una legge per la protezione dalle radiazioni nucleari.

Il politico

Nel 1946 fu eletto all’Assemblea costituente e due anni dopo divenne deputato per la Democrazia Cristiana come primo eletto nella circoscrizione della Sicilia occidentale, insegnando all’Università di Palermo. Per qualche tempo si impegnò dunque in politica, e nel partito dove fu per qualche tempo responsabile organizzativo nazionale, per ritirarsi da quella attiva nel 1953, non candidandosi più, allo scopo di dedicarsi esclusivamente alla scienza e alle iniziative di volontariato. Decise di impegnarsi nuovamente, sollecitato da Paolo VI, candidandosi al Consiglio comunale di Roma nel 1971, ove risultò il più votato come preferenze personali, e l’anno dopo nuovamente al Parlamento.

In questa scelta è possibile individuare un elemento importante, la politica come servizio, considerando anche le precarie condizioni di salute degli ultimi anni della sua vita, e la politica interpretata non come una corsa alle poltrone e al prestigio personale.

Il credente

A chi gli domandava del rapporto tra scienza e fede rispondeva: «È come se tu mi domandassi se c’è contrasto tra i piedi e la testa. I piedi camminano, la testa li guida sulla via da percorrere. I piedi sorreggono la testa e la testa guida nella luce il cammino tentennante dell’uomo». Con queste convinzioni visse il suo lavoro di scienziato, e tutte le sue attività, in ogni campo, vennero guidate dal praticarle come un apostolato, come occasione di evangelizzazione.

Per lui scienza e fede dovevano essere in un dialogo continuo, mediato dalla filosofia che può offrire alla scienza stessa gli strumenti per concretizzare la fede: «La filosofia ha i suoi metodi e i suoi fini, la scienza metodi e finalità proprie, ma esse non possono, pur nella distinzione, ignorarsi. Nell’ultimo fine della verità di incontrano, si aiutano, si intendono. La scienza porge alla filosofia i risultati delle sue certezze, la filosofia offre alla scienza la potenza della sua luce».

In tutto ciò fu supportato da doti non comuni di oratore, dalla capacità di coinvolgere gli interlocutori, di creare empatia, qualità che mostrava anche nella parola scritta, nei libri, i cui argomenti erano la scienza, naturalmente, ma anche la fede. Considerava la sua facilità ed efficacia nel parlare un grande dono ricevuto, per cui come oratore non desiderava ricevere un compenso, solo il rimborso del viaggio.

La sua attività fu sempre ispirata dalla fede e dai suoi valori: la tensione etica si manifestava nei suoi interventi e nelle sua prospettive, sia di scienziato sia di politico. Profetica fu ad esempio la sua visione europeista, per lui la strada doveva condurre verso un’Europa unita e, nei settori dei quali si occupava, verso una politica energetica comune, una scienza collegata per la prima volta a un potere politico sovranazionale, con mezzi e personale propri. Fedele alle sua convinzioni si dimise dalla vicepresidenza dell’EURATOM poiché l’ente si stava allontanando dallo spirito fondativo del Trattato di Roma dando maggiore importanza ai contratti con i singoli paesi e non a un progetto comune.

Fu una persona di profonda spiritualità, e di una devozione particolare verso Maria, come un ulteriore modo per avvicinarsi a Gesù Cristo, che lo spingeva alla recita del Rosario, ma una devozione adulta, matura, per nulla infantile. Ebbe anche con i santi della Chiesa un rapporto particolare, allo scopo di attualizzare il messaggio portato da ciascuno, il senso di porre in risalto le loro opere.

È da porre in risalto, infine, la laurea in teologia conseguita nell’anno della sua elezione a deputato, segno dell’importanza da lui attribuita alla formazione per un cristiano adulto, ad alimentare la fede con le conoscenze teologiche.

Le fonti

Malgrado sia un personaggio non particolarmente conosciuto la documentazione su Enrico Medi è sufficiente a conoscerlo con una certa profondità, a iniziare dal sito web citato in apertura, dal quale abbiamo tratto le notizie sulla sua vita. Il portale è ricco ulteriori materiali come la bibliografia da lui prodotta e quella a lui dedicata, insieme ad articoli, foto e video, interi discorsi. È sufficiente quindi consultarlo per accedere a una miniera di informazioni.

Tra tutto il materiale vale la pena di citare un suo libro dal titolo La terra come la vedo io, il volume Enrico Medi. Fede e scienza: due ali per volare verso la libertà di Gaia De Vecchi e Francesco Occhetta pubblicato nel 2011 dalla Elledici e un video su La terra nostra dimora.

Il Italia vi sono alcuni istituti scolastici che portano il suo nome, come pure a Enrico Medi sono state dedicate delle vie, in particolare una a Roma, sua città di adozione.

Come tradizione concludiamo con alcune citazioni del nostro testimone.

«Cos’è la politica per un cristiano? È un servizio reso agli altri dimenticando se stesso; è una rinunzia ai propri interessi e alla propria vanità; è un’altissima missione davanti a Dio; è un apostolato di proporzioni sconfinate».

«Chi ti fa vedere o giovane che l’algebra che studi è un pezzo della poesia dell’universo che la lezione di Dante sono la matematica del genio?

Le passioni e le bontà dell’uomo imbastiscono la storia ma il disegno è del suo Creatore e la natura è l’ago e il filo di questo tessuto?

Chi fa la sintesi dello spazio e del tempo, della fisica e della fede del tuo amore nel manoscritto della tua giovinezza?

Facciamo entrare la vita nella scuola se vogliamo che la scuola sia amatissima guida per la vita».

«L’uomo diventa grande quando nella sua piccolezza raccoglie la grandezza dei cieli e lo splendore della terra ed al Padre comune li offre in adorazione e in amore».

«L’uomo non è fatto a cassetti: qui il fisico, là il religioso, il politico, il filosofo. L’uomo è uno ed ha delle cose una concezione unitaria: distinta ordinata, ma armonica».

«Nessun essere creato ha in sé la completezza: ciascuno rappresenta, contiene un particolare e limitato modo di essere, con sue caratteristiche che lo distinguono dagli altri. Prendiamo l’esempio elementare delle particelle fondamentali, protone ed elettrone. Cariche opposte, masse diverse, ecc. Eppure proprio a causa di queste diversità è possibile la complementarietà delle reciproche azioni: agendo l’uno con l’altro danno l’elemento più semplice, l’atomo di idrogeno. Diversità e complementarietà sono quindi due caratteristiche che ritroviamo universalmente presenti nella natura, e tanto più accentuate quanto sono gli esseri».

«Dio è autore della natura e della rivelazione. Sono due strade diverse che portano alla Sua parola nella quale non può esistere contraddizione. La fede è più diretta, tocca argomenti di valore infinito, Dio direttamente; la scienza indaga la natura con i mezzi che le sono propri. E man mano che la scienza procede, la fede ne riceve conforto».

«Guardate l’incapacità di meditare che ha il mondo moderno. Il mondo moderno legge, legge, legge. Cioè la gente, i giovani, non sono più abituati a prendere una pagina, cinque righe del Vangelo, delle Lettere degli Apostoli, …».

«il mio piccolo dono è la parola: affascinante, misterioso dono fatto da Dio alla sua creatura prediletta. La parola è un poco una sintesi del sentire e del donare: il ponte dell’intendersi, la via dell’amarsi». «La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. E Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso».