Bellezza della carità, bellezza della politica

È dal 1927 che i papi e, in generale, il messaggio sociale della Chiesa affermano lo stretto legame tra carità, intesa in senso evangelico, e impegno politico. Fu infatti Pio XI che il 18 dicembre di quell’anno, in occasione di un’udienza con i dirigenti della Federazione Universitaria Cattolica, affermò: «E tale è il campo della politica, che riguarda gli interessi di tutte le società, e che sotto questo riguardo è il campo della più vasta carità, della carità politica, a cui si potrebbe dire null’altro, all’infuori della religione, essere superiore», precisando: «Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio».

Tutti noi sembriamo dimenticarci di queste parole, il cui concetto è stato ripreso più volte nei decenni successivi.

Il Compendio della dottrina sociale della Chiesa

Questo importante strumento che presenta in modo analitico e dettagliato il messaggio sociale, e dovrebbe ispirare le scelte dei cristiani, affronta ampiamente il tema della politica. Il primo riferimento è proprio la carità, l’amore reciproco, «che costituisce la legge di vita del popolo di Dio, deve ispirare, purificare ed elevare tutti i rapporti umani nella vita sociale e politica», aggiungendo «nella concretezza delle situazioni storiche. […] per l’edificazione di una vita sociale, economica e politica conforme al disegno di Dio».

La centralità della carità viene ribadita «non solo come ispiratrice dell’azione individuale, ma anche come forza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo d’oggi e per rinnovare profondamente dall’interno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridici. In questa prospettiva la carità diventa carità sociale e politica», che «non si esaurisce nei rapporti tra le persone, ma si dispiega nella rete in cui tali rapporti si inseriscono, che è appunto la comunità sociale e politica, e su questa interviene, mirando al bene possibile per la comunità nel suo insieme. Per tanti aspetti, il prossimo da amare si presenta “in società”, così che amarlo realmente, sovvenire al suo bisogno o alla sua indigenza può voler dire qualcosa di diverso dal bene che gli si può volere sul piano puramente inter-individuale. […] È indubbiamente un atto di carità l’opera di misericordia con cui si risponde qui e ora ad un bisogno reale ed impellente del prossimo, ma è un atto di carità altrettanto indispensabile l’impegno finalizzato ad organizzare e strutturare la società in modo che il prossimo non abbia a trovarsi nella miseria».

Il Compendio ricorda i principi ispiratori, i cardini anche dell’impegno politico: la centralità e la dignità della persona umana, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà, che sono riassunti «nel comandamento supremo dell’amore di Dio e del prossimo e nella giustizia».

L’impegno dei credenti in politica, la loro presenza, è un importante elemento dell’evangelizzazione, e la fede una spinta per il rinnovamento, per la creatività. La partecipazione, come già espresso nelle parole di Pio XI «è un dovere da esercitare consapevolmente da parte di tutti, in modo responsabile e in vista del bene comune».

Papa Francesco

Nella Fratelli tutti un intero capitolo, il quinto, è dedicato a «La migliore politica» posta a servizio del bene comune, condizione essenziale per realizzare la fraternità e lo sviluppo di una comunità mondiale.

Il Papa non ha timore di affrontare questioni spinose e criticare, come fa nei confronti del populismo e del liberalismo, o indicare riforme come quella dell’ONU o «dell’architettura economica e finanziaria internazionale», per poi affrontare il tema centrale: «Per molti la politica oggi è una brutta parola, e non si può ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, l’inefficienza di alcuni politici. A ciò si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l’economia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica?».

Quali le sue caratteristiche? Deve possedere una «visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale […] capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche»; non deve farsi guidare dall’economia, ma, al contrario, guidarla; è necessario operi a partire da «grandi principi», con una progettualità; capace di affrontare i problemi, le «gravi carenze strutturali» della società mondiale con trasformazioni importanti.

Si tratta di essere ispirati e praticare «l’amore politico», un impegno che diventa «esercizio alto della carità», superando l’individualismo, e si «manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore», quindi nelle «macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici». Lo spirito profondo della politica deve poi possedere un’attenzione preferenziale verso gli «ultimi», pur esprimendosi in un’apertura verso tutti. Una sottolineatura significativa riguarda gli obiettivi concreti da raggiungere, i risultati, che sono importanti, ma tenendo conto anche di prospettive più a lunga scadenza, i processi, che possono essere meno efficaci sul piano elettorale, ma molto utili per affrontare le complesse problematiche attuali.

Francesco propone un semplice parallelismo: «È carità stare vicino a una persona che soffre, ed è pure carità tutto ciò che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza. Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume – e questo è squisita carità -, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo è carità».