Continuano a susseguirsi eventi meteorologici estremi che provocano danni colossali: piogge che sommergono ampie zone in molte regioni.
Il problema non è solo questo, ma riguarda anche le infrastrutture, vecchie e adatte a un passato che non c’è più, non gestite in maniera adeguata. L’allarme è lanciato da tanti esperti, come il direttore scientifico del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, Giulio Boccaletti, intervistato da un quotidiano italiano.
È una situazione che la politica dovrebbe affrontare con determinazione e una progettualità di lungo respiro. Innanzitutto stabilendo precise responsabilità, confuse dalla riforma del Titolo V della Costituzione che, mal gestita, ha condotto alla difficoltà di individuare le competenze. Non è chiaro chi deve decidere gli interventi.
Servirebbe invece un chiaro indirizzo politico, una visione e una progettualità sulla realtà “fisica” del Paese; una pianificazione efficace delle trasformazioni del territorio in una prospettiva che tenga conto sia delle esigenze economiche sia di quelle sociali.
La crisi climatica deve essere affrontata anche su questo terreno, con interventi da considerare non solo come un costo, ma anche come opportunità di sviluppo.