«Lo stato globale della democrazia nel 2023 è complesso, fluido e diseguale. In ogni regione del mondo, la democrazia ha continuato a contrarsi, con un calo in almeno un indicatore della performance democratica nella metà dei paesi considerati nel Rapporto». Queste parole sono l’inizio dell’analisi sullo stato della democrazia in 173 paesi condotto dall’Iternational IDEA.
Per il sesto anno consecutivo, infatti, l’indagine ha registrato in più stati cali nelle dinamiche democratiche rispetto ai miglioramenti: «In breve, la democrazia è ancora in difficoltà, nella migliore delle ipotesi stagnante, e in declino in molti luoghi». Più ottimisticamente il rapporto pone in risalto come vi sia un generale calo della corruzione e un incremento della partecipazione politica, insieme a miglioramenti in paesi problematici. Ancora, appaiono in crescita istituzioni, organizzazioni e movimenti governativi e non che svolgono ruoli positivi a sostegno della democrazia.
L’indagine analizza le dinamiche utilizzando quattro categorie: rappresentanza, diritti, leggislazione e partecipazione.
Rappresentanza
Il rapporto ha riscontrato notevoli cali, anche in situazioni con elezioni corrette e parlamenti funzionanti e in alcuni aspetti dello stato di diritto, quali l’indipendenza della magistratura e la sicurezza personale. Tali problematiche sono diffuse in tutte le aree del mondo e, in particolare, fanno riferimento a eventi quali i continui colpi di stato nel continente africano o la profonda crisi delle istituzioni in alcuni stati quali Haiti.
Diritti
Questo indicatore non ha manifestato cali significativi, ma mostra un diffuso basso livello, con situazioni preoccupanti di diminuzione della libertà di espressione e di associazione. In tali contesti vi è un attacco alla possibilità di dialogo e di confronto, condizioni fondamentali per la democrazia. Alcuni esempi sono le misure estreme contro la criminalità organizzata promosse in El Salvador o l’abuso di leggi contro la disinformazione in molti paesi dell’Asia occidentale.
Legislazione
La situazione dello stato di diritto mostra un miglioramento nei livelli di corruzione, dopo anni di stagnazione, diffusi in tutti i continenti. Purtroppo il quadro, tendenzialmente positivo, vede in alcuni paesi che stanno facendo progressi, come ad esempio Angola, Burundi, Kazakistan e Messico, la crescita di problematiche relative ad altri indicatori.
Partecipazione
«La categoria più incoraggiante è stata la Partecipazione, dove i punteggi sono rimasti sorprendentemente alti anche nei paesi con un basso livello di performance democratica a livello istituzionale», e con un impatto positivo sul versante politico. Ciò è vero anche se vi sono paesi che hanno manifestato un regresso nella partecipazione.
Africa
Passando a esaminare sinteticamente la situazione dei continenti, nel primo è da porre in risalto la diminuzione della qualità della rappresentanza, sia per i cambiamenti violenti dei governi sia per il permanere al potere di leader e partiti autoritari. I risultati complessivi mostrano i paesi africani con risultati inferiori alle medie globali per molti indicatori, salvo per la partecipazione.
Asia occidentale
Nell’area sono presenti nuove e inquietanti forme di sorveglianza e repressione elettronica e la corruzione rappresenta un problema ancora grave, con forti ripercussioni sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Positivi sono i movimenti popolari che si battono per la crescita della democrazia e che sfidano i regimi presenti in alcuni paesi, nonostante i rischi e le minacce.
Americhe
In generale i risultati degli indicatori si situano a livelli medi, con la rappresentanza che è un punto di relativa forza. Tuttavia alcuni stati dell’area centrale e meridionale si trovano a fronteggiare il declino dello stato di diritto e dei diritti, con problemi legati all’indipendenza della magistratura, alle garanzie di uguaglianza sociale, alle libertà civili e alla sicurezza. «Le minacce a lungo termine per la democrazia che queste situazioni comportano necessitano di attenzione».
Asia e Pacifico
In diversi paesi il declino della qualità della democrazia sembra essersi arrestato, a parte significative eccezioni come l’Afganistan e il Myanmar. Tuttavia permangono delle minacce: alla libertà di espressione e di associazione, che sono diminuite in molti paesi. Nell’aera oceanica, ove si riverberano alcune tensioni tra Cina e USA, le democrazie non sembrano subire ripercussioni, sebbene tali pressioni esterne potrebbero metterle alla prova.
Europa
«L’Europa rimane la regione con le migliori performance al mondo, guidata da una serie di democrazie consolidate». Purtroppo pur in presenza di tali livelli elevati, in molte di esse sono stati registrati cali significativi in specifici indicatori, che dovrebbero spingere a prevedere interventi significativi. Alcuni stati dell’area centrale del continente hanno compiuto progressi significativi, in particolare riguardo allo stato di diritto, anche se «le minacce alla pace e alla democrazia derivanti dall’autoritarismo e dal declino democratico nella regione rimangono dolorosamente evidenti».
La situazione italiana
Complessivamente la valutazione del nostro paese è positiva, mostrando alti livelli in tutte le categorie, eccetto la situazione dello stato di diritto, dove si colloca in una fascia media, nonché nella partecipazione elettorale. Negli ultimi cinque anni è stato riscontrato un calo per quanto concerne le libertà civili e quelle di associazione e di riunione, pur mantenendosi in una fascia alta.
L’Italia è un’economia avanzata, ma la sua crescita appare stagnante a partire dalla crisi del biennio 2008/2009, che ha avuto una recrudescenza a causa della pandemia, determinando «prospettive economiche precarie e un’elevata disoccupazione».
Alcune raccomandazioni
Il Rapporto prova a indicare prospettive per affrontare le minacce alla democrazia, sia nelle situazioni problematiche acute sia in quelle croniche.
Le indicazioni riguardano:
- il sostegno ai processi elettorali, in particolare per quanto riguarda i meccanismi che garantiscano processi e partecipazione equi;
- la trasparenza e un più facile accesso alle informazioni concernenti i parlamenti e i governi, insieme a un rapporto di collaborazione tra istituzioni di una stessa area geografica;
- il pieno impegno da parte dei governi per proteggere lo spazio civico, la libertà di espressione e, in generale, i diritti umani;
- il rafforzamento del ruolo delle organizzazioni della società civile come strumenti di difesa e potenziamento della democrazia.