In coincidenza con la Giornata internazionale della felicità che si celebra il 20 marzo, voluta dall’ONU a partire dal 2013, è stato diffuso l’annuale rapporto sulla felicità nel mondo. La ricorrenza ha lo scopo di porre l’attenzione sulla rilevanza dello star bene come obiettivo e aspirazione universale delle vite di tutte le persone, nonché sull’importanza di un tale riconoscimento negli obiettivi della politica pubblica.
L’edizione di quest’anno oltre a stilare la famosa classifica, si concentra sulla felicità delle persone nelle varie fasi della vita.
Cosa si intende per felicità
Un esponente dell’Istituto Canadese per la Ricerca Avanzata ne fornisce un’interessante definizione: «un ambiente sociale felice è quello in cui le persone percepiscono un senso di appartenenza, un posto in cui gli uni si fidano degli altri e delle loro istituzioni condivise. In un ambiente sociale felice c’è più resilienza, poiché la fiducia condivisa riduce il peso delle difficoltà, e quindi diminuisce la disuguaglianza del benessere». Ciò si collega anche con la salute, che per L’Organizzazione Mondiale della Sanità è «uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità».
Il metodo
La metodologia utilizzata, frutto di una collaborazione tra Gallup, l’Oxford Wellbeing Research Centre, il Sustainable Development Solutions Network dell’ONU, è basata su sondaggi di autovalutazione condotti in 143 paesi su campioni rappresentativi della popolazione. I partecipanti rispondono a domande riguardanti vari aspetti della loro vita, come il reddito, il supporto sociale, la salute, la libertà personale e la corruzione. I risultati vengono aggregati, tenendo conto dei dati dell’anno in questione, ma anche dei due precedenti, per calcolare il “World Happiness Index”, che classifica i paesi in base al livello di felicità percepito dai loro cittadini.
Come cambia con l’età
In Occidente, tradizionalmente, si è sempre ritenuto che i giovani stessero meglio per poi provare una diminuzione dello star bene che viene recuperato con l’avvicinarsi della vecchiaia.
Il rapporto segnala che dal 2006 al 2010 la felicità tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni è diminuita drasticamente in Nord America e in modo meno marcato anche in Europa occidentale. «Al contrario, la felicità a ogni età è aumentata notevolmente nell’Europa centrale e orientale, tanto che i giovani sono ora ugualmente felici in entrambe le parti d’Europa. Anche nell’ex Unione Sovietica e nell’Asia orientale si è registrato un forte aumento della felicità a tutte le età, mentre nell’Asia meridionale, nel Medio Oriente e nel Nord Africa la felicità è diminuita a tutte le età».
Nella maggior parte del mondo la soddisfazione di vita diminuisce gradualmente dall’infanzia all’età adulta, ma le ragazze mostrano un livello più basso rispetto ai coetanei maschi, che si amplia col passare degli anni e la pandemia ha ulteriormente inciso su tali differenze. Avvicinandosi alla giovinezza tale divario si annulla e dal 2014 le donne hanno iniziato a segnalare una maggiore soddisfazione. Le differenze di genere esaminate in una prospettiva globale sarebbero da analizzare per aree geografiche: ad esempio è più accentuato nei paesi a basso reddito e si annulla in quelli più ricchi.
La classifica
I primi posti sono occupati, come da tradizione, dai paesi dell’Europa settentrionale: Finlandia (7.741 punti), Danimarca (7.583), Islanda (7.525) e Svezia (7.344). Stupisce la presenza al quinto posto di Israele, soprattutto in questo periodo di conflitto, da interpretare sulla base dei tre anni dei quali si tiene conto, come l’arretramento segnalato per gli USA e la Germania. In fondo alla graduatoria, al posto 143, troviamo l’Afganistan (1.721) preceduto da Libano (2.707), Lesotho (3.186), Sierra Leone (3.245). L’Italia si colloca nella casella 41 con 6.324 punti.
In generale l’Africa appare come il continente maggiormente in difficoltà, insieme a gran parte dell’Asia. Il paese europeo collocato più in basso è l’Ucraina, (105°, con 4.873 punti), seguito dalla Turchia, nazione tra due continenti, che è 98a e si vede attribuire 4.975 punti.
Qualche commento
Alcuni elementi importanti appaiono osservando i punteggi. In primo luogo il grande divario esistente tra i paesi in cima e quelli in fondo alla graduatoria, poi la constatazione del minimo distacco tra i primi posti, venti in meno di un punto, contrapposto al differenziale degli ultimi, sempre una ventina, ma in 2,5 punti. Il restante centinaio si distribuisce in 2,5 punti: ciò significa che cambiamenti relativamente modesti nella media nazionale possono portare a un consistente cambiamento di posizione.
Rispetto all’anno precedente i primi dieci posti sono sostanzialmente invariati, mentre qualche novità si è manifestata nell’ulteriore decina.
Tra i paesi migliori non compaiono nazioni popolose, nei primi dieci solo i Paesi Bassi e l’Australia hanno più di 15 milioni di abitanti e tra i primi 20 solo Canada e Regno Unito superano i 30.
La giornata della felicità
Per quest’anno il tema scelto e lanciato da Action for Happiness, un movimento no-profit di persone provenienti da 160 Paesi che coordina la campagna per la celebrazione della Giornata, è stato “Resta calmo. Sii saggio. Sii gentile”. Ecco le indicazioni.
«Resta calmo. Sono molte le cose al di fuori del nostro controllo. Ricordiamoci di respirare e concentrarci su ciò che conta davvero in modo tale da poter rispondere in modo costruttivo.
Sii saggio. Fare scelte sagge aiuta tutti. Scegliamo azioni positive che sostengano il nostro benessere e aiutiamo gli altri a fare lo stesso.
Sii gentile. Siamo tutti sulla stessa barca, anche quando siamo costretti a separarci. Restiamo in contatto e cerchiamo di aiutare gli altri che ne hanno bisogno».