Giuseppe Toniolo: la persona come fine

Lo scorso luglio si è svolta a Trieste la cinquantesima Settimana sociale dei cattolici in Italia, l’ennesimo importante appuntamento che si ripete periodicamente dal 1907, della quale fu ispiratore e promotore il nostro testimone.

La sua importanza non si può circoscrivere a questo evento, poiché ha svolto un ruolo di primo piano nella storia del pensiero e dell’attività del laicato cattolico, con una particolare attenzione alle questioni legate all’impegno sociale, e anche politico, nel periodo del Non expedit, cioè del divieto alla partecipazione diretta nella vita politica per i cattolici. Infatti non fu mai propriamente coinvolto in tale sfera.

La vita

Giuseppe Toniolo nacque nel 1845 a Treviso da una famiglia della buona borghesia veneta. Seguendo l’attività professionale del padre ingegnere si trasferì in varie città della regione. Frequentò le scuole medie nel collegio di Santa Caterina a Venezia per poi proseguire gli studi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova, dove si laureò il 21 giugno 1867 e dove, già l’anno seguente, fu nominato assistente alla cattedra giuridico-politica; nel 1873 conseguì la libera docenza in economia politica.

La sua carriera di insegnante iniziò presso l’istituto tecnico di Venezia nel 1874, proseguì con una breve supplenza all’Università di Padova, e, nel 1878, fu chiamato come professore straordinario di economia politica all’Università di Modena e Reggio Emilia. Il 4 settembre dello stesso anno sposò Maria Schiratti e dalla coppia nacquero sette figli. In Emilia Romagna rimase solo un anno in quanto nel 1879 ottenne, grazie a un concorso, l’insegnamento della stessa disciplina all’Università di Pisa, dove fu nominato infine professore ordinario nel 1882, tenendo la cattedra di economia politica fino alla morte.

Nel dicembre 1889 Toniolo fondò a Padova l’Unione cattolica di studi sociali, di cui fu il presidente; l’organismo tenne tre congressi, 1892 a Genova, 1894 a Milano e 1896 a Padova, in occasione del congresso di Milano Toniolo formulò il primo programma sociale cristiano, chiamato Programma dei cattolici di fronte al socialismo, oggi noto come Programma di Milano, che giunse a tre anni di distanza dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII.

Nel 1896 fu tra i fondatori della FUCI, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana

Nel 1893 promosse la «Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie», periodico scientifico che viene pubblicato ancora oggi.

Dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi, avvenuto nel 1904, papa Pio X promosse la nascita di un nuovo organismo unitario e ne affidò la formazione al Toniolo, che riorganizzò l’azione dei laici cattolici nell’Unione popolare.

Come già accennato, fu ispiratore e promotore della prima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che tenne a battesimo nel 1907.

Nel 1918, prima di morire, convinse padre Agostino Gemelli a fondare un istituto cattolico di studi superiori, fondato nel 1920 e dal quale, appena un anno dopo, prese vita l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Giuseppe Toniolo morì infatti nel 1918 e le sue spoglie riposano presso il Duomo di Santa Maria Assunta a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, paese natale della moglie.

Nel 1933 la FUCI promosse l’avvio del processo di canonizzazione del nostro testimone. Il 14 giugno 1971 Paolo VI lo dichiarò venerabile e il 29 aprile del 2012 Benedetto XVI fu proclamato beato fissando il giorno della memoria liturgica al 4 settembre, data del suo matrimonio.

Il commento

La figura di Giuseppe Toniolo è estremamente importante sotto diversi punti di vista, soprattutto nella sua capacità di coniugare la fede con la vita, esempio di una laicità praticata nel profondo.

Il credente

La sua spiritualità può essere definita prettamente laicale, in quanto incarnata e vissuta nelle relazioni sociali, all’interno delle quali ognuno contribuisce a dare forma alla società, e in questo è stato precursore di molti degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, rispetto alla vocazione universale alla santità, al ruolo dei laici all’interno della comunità cristiana e al dialogo tra il mondo e la Chiesa.

La sua vita di fede fu profondamente radicata nella preghiera, che ispirò sia la dimensione personale, sia quella sociale, infatti, secondo lui l’esperienza concreta è un aspetto indispensabile della vita cristiana: il fedele non deve limitarsi a elaborare concetti astratti e distanti dalla realtà sulle virtù e sui valori, ma deve cercare di incarnare ogni giorno gli ideali in cui crede, impegnandosi a scoprire nell’esperienza vissuta la presenza di Dio.

Colpisce, inoltre, leggere le pagine del diario concernenti quello che chiamava il «regolamento di vita», nel quale le varie attività, lavoro, studio, preghiera, si armonizzano attraverso impegni quotidiani, in una visione unitaria della persona, senza alcun tipo di separazione fra vita pubblica e vita privata.

Un’economia profetica

Toniolo si situa all’interno di quel filone di pensiero, sviluppatosi in Italia a partire dalla seconda metà del Settecento, col nome di Economia civile, che, basandosi sui principi di cooperazione e reciprocità, interpreta l’attività economica come strumento al servizio della società, superando così la logica del profitto come criterio guida dell’analisi economica.

Studioso dell’economia della Firenze medievale, Toniolo pensò di ritrovarvi un modello ancora valido, quello di una società in cui la cooperazione tra le varie corporazioni, tra i diversi settori, avrebbe prodotto sia benessere per i lavoratori sia democrazia, in un’armonica civitas cristiana.
Fu convinto assertore della libertà di commercio, ma non della libera circolazione dei capitali, convinto com’era che la finanza fosse strumentale all’economia reale e non dovesse mai ridursi a mero mezzo di arricchimento, a tutto vantaggio dei pochi percettori di rendita.

L’impegno sociale

La sua azione sociale fu contrassegnata da una profonda sintonia con il magistero ecclesiale. In particolare intendeva rilanciare i principî contenuti nella Rerum novarum. Egli affermava la necessità di occuparsi della classe operaia per farla uscire dalla condizione di subalternità che la opprimeva; proponeva coraggiosamente la ricostituzione degli enti morali ecclesiastici, incamerati dallo Stato, che per secoli avevano svolto una funzione essenziale nell’alleviare la miseria delle persone svantaggiate. Inoltre suggeriva la realizzazione di una riforma agraria e sosteneva la necessità della creazione di associazioni operaie cattoliche. Per riassumere il suo programma in una frase coniò lo slogan: «Proletari di tutto il mondo unitevi in Cristo sotto il vessillo della Chiesa!»

Infine, la sua formulazione del concetto cristiano di democrazia fu il punto di partenza di tutto il movimento della democrazia cristiana.

Un’interessante sintesi

Giuseppe Toniolo ha vissuto intensamente il proprio tempo, e ha provato a interpretare le profonde trasformazioni di quegli anni. Per un verso il pensiero marxista concentrava l’attenzione sulla situazione delle masse proletarie, denunciandone le condizioni disagiate di vita e di lavoro, dall’altro lato la teoria classica, utilitarista e liberista, qualificava come dannoso per la stabilità qualunque intervento esterno che potesse influire sull’azione delle componenti macroeconomiche e sull’autoregolazione del mercato. Toniolo, fin dall’inizio della sua carriera accademica, cercò una sintesi fra le due scuole di pensiero: la prima che assorbiva completamente gli individui all’interno della società organizzata dallo Stato, l’altra che esasperava l’individualismo, entrambe riducendo le persone a puri e semplici ingranaggi del sistema economico. Egli sosteneva come occorresse ridare all’uomo il suo duplice e indissolubile carattere individuale e sociale, insieme alla valorizzazione della dimensione antropologica dei rapporti economici in contrasto rispetto alla riduzione materialistica del fatto economico.

Il messaggio attuale

Di fronte ai gravi problemi del modello di sviluppo e di economia oggi vincente, la visione di Giuseppe Toniolo mostra come una società prospera e inclusiva sia frutto di un mercato funzionante e senza grandi disuguaglianze, nonché di processi e istituzioni che attivino la solidarietà e la sussidiarietà fra i vari attori economici e sociali.

Un ulteriore aspetto da sottolineare è il suo essere stato persona di pensiero e di azione che sapeva coniugare la sua visione teorica con proposte e iniziative da realizzare. Esempi sono la sua visione economica concretizzata in società di credito cooperativo e la sua idea di formazione che promosse l’Università cattolica.

È poi un esempio di come sia necessario confrontarsi con i grandi problemi della società, aprendo spazi di dialogo e ricerca, allo scopo di perseguire prospettive verso utili cambiamenti.

Le fonti

Chi desiderasse approfondire la figura di Giuseppe Toniolo può utilizzare un’ampia bibliografia, anche con opere recenti. Sul WEB è presente una buona documentazione, in particolare è utile citare il sito della Fondazione omonima, promossa dalla diocesi di Verona, costituita nel 1983 come associazione e trasformata in fondazione nel 1999.

Il contributo di Giuseppe Toniolo agli studi economico-sociali è testimoniato da numerose pubblicazioni che portano la sua firma. Nei primi saggi è visibile l’interesse alle problematiche legate alla divisione del lavoro e alla distribuzione della ricchezza, tra il 1881 e il 1893 predomina l’interesse alla storia economica, mentre dopo il 1893 Toniolo riprese le tematiche legate alla realtà contemporanea e al programma sociale cristiano, alternando studi di carattere applicato con interventi dottrinali, storici e critici, fino alle grandi sintesi di tipo sociologico.

Tra il 1908 e il 1921 furono pubblicati i primi tre volumi del suo Trattato di economia sociale, considerata la sua opera più importante e che meglio riassume la vastità della sua attività di studioso. Ancora, per approfondire e conoscere meglio il profilo spirituale di Toniolo ci si può basare sui suoi Scritti spirituali, religiosi e familiari.

Nel 2012, in occasione della sua beatificazione, la casa editrice delle Banche di Credito Cooperativo Ecra ha dato alle stampe il libro Per un miglior bene avvenire. Scritti Scelti (1871-1900).

Nel 1919 padre Gemelli, insieme ad altre eminenti personalità, fondò a Milano l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente garante e fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Per il contributo offerto da Giuseppe Toniolo come professore e come fautore dell’economia sociale cattolica cooperativistica, portata avanti dalle banche di credito cooperativo, due istituti sono stati intitolati a suo nome: la BCC “Giuseppe Toniolo” di Genzano di Roma e la BCC “Giuseppe Toniolo” di San Cataldo, in Sicilia. In molte città sono presenti delle vie che portano il suo nome, come pure numerose sono gli istituti scolastici a lui intitolati.

Come tradizione concludiamo con alcune frasi del nostro testimone.

«Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi».

«Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e Stati vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana, con l’interesse di cooperare tutti armonicamente, con eguale, libera e meritoria emulazione, al comune incivilimento».
«Invano l’azione esteriore torna ordinata e feconda (giusta i disegni della Provvidenza) senza che la preceda e accompagni costantemente la vita interiore, l’esercizio cioè delle virtù intime nella quotidiana riforma di sé».