Si moltiplicano sugli organi di stampa servizi e articoli dedicati allo zoppicante servizio sanitario nazionale. Si denunciano gli elevati tempi di attesa per le prestazioni, i numeri riguardanti il personale, la quantità di posti letto, il futuro della sanità territoriale, la mancanze relative ai LEA, i livelli essenziali di assistenza.
Ciò è comprensibile, in generale perché di tratta di questioni importanti e che si trascinano da anni, sia per una stagione di rinnovi delle amministrazioni regionali.
L’8 e 9 giugno prossimi in concomitanza con il rinnovo del Parlamento europeo e di molti comuni, si voterà per la presidenza e il consiglio della regione Piemonte.
Sarebbe particolarmente significativo che le varie forze politiche affrontassero in modo serio le problematiche della sanità pubblica, la loro delega principale che assorbe grande parte del bilancio.
Modo serio dovrebbe significare uscire dalle facili affermazioni delle propaganda elettorale o dalle banalità che a volte caratterizzano i programmi, per un’analisi documentata e approfondita della situazione, proposte chiare e precise per un percorso di miglioramento, indicazioni puntuali sugli aspetti economici.
E chi si recherà nel seggio, oltre a lamentarsi delle lunghe attese per un esame, dovrebbe votare anche sulla base di tali proposte e, dopo cinque anni, tirare le somme.