La Festa del Lavoro ci vede attivi protagonisti o passivi spettatori? Il concertone ne è l’unico evento?
Qualcuno potrebbe, giustamente, obiettare che ci sono anche tanti cortei che vedono una grande partecipazione. Molto bene, ma si potrebbe fare di più. Un esempio lo propone Leonardo Becchetti, un docente di economia, nel suo libro Guarire la democrazia affrontando il tema del «voto con portafoglio». Ecco le sua parole: «Ci riempiamo la bocca di sdegno nei confronti dello sfruttamento del lavoro e del caporalato. E continuiamo a pensare che per risolvere il problema basti aumentare la spesa in ispettori del lavoro. Esistono molte filiere di pomodoro caporalato-free, e se comprassimo tutti quei prodotti il caporalato sarebbe sconfitto. Potremmo iniziare a dare un segnale del genere proprio il primo maggio. Esistono infine casi dove il voto col portafoglio ha fatto sinora più delle leggi. Sarebbe di buon senso vincolare i bonus dei manager ad aumenti di utili conseguiti senza peggiorare gli indicatori sociali e ambientali (per esempio l’aumento di incidenti sul lavoro). Finora è stato impossibile stabilirlo per legge nonostante alcune proposte, ma molte grandi imprese lo fanno volontariamente sotto la pressione dei fondi etici e dei loro voti alle assemblee degli azionisti».
Si tratta di piccole scelte e piccoli gesti che ciascuno può porre in atto con un po’ di informazioni e con la voglia di incidere, insieme agli altri.