Prima di tutto, felice di potervi riscrivere. Dunque…siamo rimasti un po’ in dietro con i suggerimenti di lettura. Tranquilli non cercherò di recuperare sommergendovi di titoli. Mi rendo conto però che ho usato un termine sbagliato. Non intendo proprio lasciarvi tranquilli. Lo scopo del libro, per parafrasare Sergei Eseinstein, non è quello di sedare le coscienze ma di innescare la miccia del cambiamento negli occhi di chi il libro lo legge. E allora proprio da qui partiamo. “Lettore vieni a casa” [ed. Vita e pensiero] di Maryanne Wolf neuro scienziata che ci fa entrare nel meraviglioso mondo del nostro cervello che legge. Un libro che ha già qualche anno ma che mantiene una sua indiscussa attualità, forse per la semplicità con cui affronta il tema.
Nuovissimo invece è “Noi e la Macchina. Un etica per l’era digitale” [ed. LUISS] di Paolo Benanti e Sebastiano Maffettone. Il motivo per leggerlo? Oltre al nome degli autori vi bastino i titoli di due capitoli (sono solo 6) “Politica e democrazia” e “Sostenibilità digitale”. C’è veramente molto materiale su cui riflettere. Spero di riuscire nel prossimo futuro a portare a termine un piccolo progetto proprio su questi temi, ne riparleremo. Per non perdere la speranza a proposito del confronto con la IA il suggerimento d’obbligo è “Perché l’intelligenza umana batte ancora gli algoritmi” di Gerd Gigerenzer [ed Raffaello Cortina]. A dispetto del dimensioni (300 pag circa) si legge come un giallo, ma non manca il sorriso, come per esempio quando l’autore tratta “le correlazioni sbalorditive ma inutili” Partendo dal fatto che il numero di premi nobel ogni 10 milioni di abitanti in Svizzera e circa 30 mentre negli Stati Uniti questo valore e 10 e in Cina o Brasile questo valore è 0,1 il tentativo di trovare le ragioni di questi valori a partire dalle correlazioni con altre grandezze prese in modo generico, come fa per esempio una IA generalista, porta a dire che la ragione è “il consumo di cioccolato”! Salvo poi venire smentiti da situazioni come quelle scandinave (che ottengono molti premi Nobel anche se consumano moderatamente cioccolato … e non vale dire che magari il cioccolato è di qualità ottima, fatto che non risulta) o quella della Germania che ha lo stesso consumo della Svizzera ma hanno molti meno nobel procapite (e non vale dire che la loro cioccolata è meno cioccolata … anche se c’è del vero). Al di là delle facezie, si fa per dire, se invece volete capire di più sulle “guerre” non guerreggiate ma non meno importanti che si stanno combattendo proprio attorno a queste nuove tecnologie il mio consiglio è senza dubbio “Il nuovo fuoco. Guerra, pace e democrazia nell’era dell’intelligenza artificiale” di Ben Buchanan e Andrew Imbrie [ed EGEA] “Il fuoco comincia da una piccola scintilla. Questa può nascere da due bastoncini sfregati tra loro, da un fiammifero acceso gettato incautamente per terra, da … La scintilla si accende e, con il giusto carburante, cresce in maniera esponenziale…può trasformarsi velocemente in una vampata e poi deflagrare in un incendio incontrollato che devasta il paesaggio e distrugge tutto ciò che incontra sulla sua strada. Il potere del fuoco non è frutto solo del suo calore e del suo fumo, ma anche della sua accelerazione in velocità e forza; se lasciato incontrollato, si scatena e infuria fino a quando non troverà più nulla da bruciare. Eppure, nonostante la forza distruttiva di cui è capace, il fuoco è anche la base della civiltà… Gli esseri umani hanno imparato a sfruttare la potenza esponenziale del fuoco in moltissimi modi, e per farlo hanno dovuto capire come utilizzare la sua forza a fin di bene e come domarne le insidie. Ma l’umanità ha utilizzato anche la forza distruttiva del fuoco. L’Impero bizantino la brandì con grande successo militare… le truppe bizantine sparavano contro i nemici un composto appositamente formulato, in grado di bruciare anche a contatto con l’acqua… Da quel momento in poi le fiamme della guerra sono diventate sempre più letali. …Oggi il nostro incontro con l’intelligenza artificiale assomiglia a quello che i nostri lontani antenati ebbero con il fuoco. Se sapremo gestire bene questa tecnologia, essa diventerà una forza possente per il bene globale, aprendo la strada a molte invenzioni trasformative. Se la adopereremo troppo velocemente e senza la dovuta lungimiranza, l’intelligenza artificiale avvamperà in modi che non riusciremo a controllare. Se la utilizzeremo per distruggere, metterà nelle mani dei governi più forti della Terra armi più potenti da brandire in una competizione geopolitica ad alto grado di infiammabilità. …
Sono tre le scintille che accendono il nuovo fuoco: i dati, gli algoritmi e la potenza di calcolo.”
Vi bastano? No, lo so che adesso mi chiedete … pietà. Va bene però lasciatemi aggiungere due titoli . “L’umanità in tempi bui” di Hannah Arendt [Mimesis] è una raccolta di “ritratti” di vite politiche esemplari, 10 persone che hanno “segnato” il secolo breve, viste con gli occhi della grande pensatrice. Ritratti da cui emergono forti alcuni elementi chiave, primo fra tutti la fraternità. Confesso un libro non banale e pure articolato, ma se affrontato con pazienza ed umiltà ha moltissimi spunti e poi, non bisogna mica essere d’accordo su tutto. Finalmente l’ultimo, piccolissimo nel formato, nelle pagine (meno di 70 effettive) e nel titolo “Il vangelo delle briciole” [ed. Avvenire e Vita e pensiero] di José Tolentino Mendonça eppure, come talvolta succede, per contrasto ricchissimo e originale. “La mansuetudine si gioca per cominciare già nelle parole. Essa si sofferma pazientemente a scegliere parole che lancino ponti, che continuino a favorire la speranza, anche quando pare minacciata e fragile parole che lascino delle porte aperte a quanto verrà poi.” Quello che auspico siano state le mie per voi cari lettori. Bene per ora davvero stop, buona lettura e a rileggerci.