Quando è troppo!

Hanno fatto molto scalpore sue cifre delle quali hanno parlato i mezzi di comunicazione, e non solo.

Si tratta della voce secondo la quale l’ex amministratore delegato di Stellantis riceverebbe come buonuscita, chiamiamola così, un centinaio di milioni di euro, e la decisione di un giudice del Delaware, uno stato degli USA, di respingere il pacchetto di retribuzioni destinato a Elon Musk da parte di Tesla: 55,8 miliardi di dollari (avete letto bene, miliardi e non milioni).

L’impresa automobilistica ha provveduto tempestivamente a smentire la cifra: «Stellantis non divulga i dettagli delle dimissioni dei propri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge nel rispetto della loro privacy», mentre un’altra fonte, il Financial Times, ha affermato che la cifra dovrebbe essere stata commisurata al suo compenso relativo al 2023, che ammontava a 36,5 milioni di euro, tenendo conto di tutte le voci: retribuzione base, incentivi annuali e incentivi a lungo termine.

Facciamo due conti. La retribuzione annuale lorda in Italia è calcolata in 32.685 euro per un impiegato e 26.074 per un operaio. Dunque Tavares avrebbe guadagnato in un anno quanto 1.116 impiegati e 1399 operai, in altre parole per arrivare allo stesso importo un esponente delle due categorie dovrebbe lavorare ben oltre un millennio, mentre per raggiungere Musk potrebbero riuscirci un Homo abilis e un Homo erectus iniziando a guadagnare nel Paleolitico inferiore poco meno di due milioni di anni orsono.

La riflessione è semplice. Certamente chi ha responsabilità, potere e qualità deve essere premiato, anche in termini economici, ma forse a questo punto si è superato ogni limite etico (e di buon senso).